martedì 31 dicembre 2013

Impressioni di fine anno

“Per Paolo Cézanne la pittura fu una lenta e faticosa conquista, una necessità e una moralità”
Preso da Carlo Carrà – Artisti moderni: con una lettera di Massimo Bompelli della mostra "Impressionisti a Palazzo Pitti".


Vaso blu, Cézanne

Eccomi a Palazzo Pitti in tempo per evitare la lunga fila che si formerà alle 10, salgo i mille gradini a scapito del mio fiato allenato solo da tanta sedentarietà e finalmente la mostra.
È divisa in due sale collocate prima dell’ingresso alla Galleria d’Arte Moderna e consta di 12 opere da Parigi + 3 provenienti dalla collezione di Diego Martelli. L’idea nasce da uno scambio che ha portato
alcuni capolavori siti a Firenze nella capitale francese per la mostra “Les Macchiaioli 1850-1874. Des impressionnistes italiens?”.
 



La prima sala è bellissima di color rosa pallido, accompagnata da decorazioni e bassorilievi avorio perfetti per il tema e periodo trattato. L’allestimento prevede pannelli verdi che creano uno spazio centrale su cui si affacciano le opere, mentre intorno è possibile vedere libri e foto legate ai macchiaioli o impressionisti. Il verde petrolio caldo inizialmente mi infastidisce, ma dato che il tema predominante dei dipinti è la natura posso anche cambiare opinione. In un modo ancora non chiaro questa sala mi catapulta al Musée d’Orsay (ovviamente non mi riferisco alle pennellate contenute che abitano solitamente l'ex stazione).

Però le luci…so di essere sempre critica con gli allestimenti ma, caspita, con Studio. Busto di donna, effetto di sole di Renoir non vedo nulla e sono disturbata dai riflessi dei faretti da ogni angolazione, mentre per vedere Sentiero nel bosco di Pissarro devo spostarmi tutta a sinistra altrimenti il sentiero svanisce a causa di un raggio di luce artificiale proveniente dall’alto.



Sentiero nel bosco, Pissarro

Piacevoli le frasi scritte a lato di ogni opera:

Un angolo di giardino all'Hermitage, Pissarro






“Sono più che mai a favore dell’impressione attraverso il ricordo; l’oggetto sfuma, la volgarità scompare per lasciare…solo la verità.” Pissarro 



I Monet sono, ovviamente, quelli che preferisco. Il mio animo è totalmente in sintonia con questo artista in un modo che non riesco a spiegarmi. I suoi due dipinti sono coperti dal vetro, rispetto agli altri che hanno solo la cornice, e questo sembra renderli dei pastelli delicati, privi della lucentezza che i loro compagni sprigionano. Li adoro, mi sanno di cotone soffice e sogni perché sono meno intensi, meno vivaci, ma più freschi. La Senna a Port-Villez mi fa immaginariamente volare i capelli grazie ad una brezza primaverile che mette il buon umore, anche per la complicità delle nuvole che sembrano fatte di zucchero soffiato pressato sulla tela per dargli la consistenza dei colori ad olio.
…occorre lavorare molto per arrivare a rendere quel che cerco: l’istantaneità..lo sviluppo, la medesima luce riprodotta dappertutto” Monet


La Senna a Port-Villez, Monet

Nell’altra sala c’è un sapore tutto fiorentino a partire dal marmo, agli affreschi al pavimento. Gli allestimenti diventano di un blu intenso e vibrante e creano un’atmosfera diversa dalla precedente, ma sempre adatta. Questa volta i soggetti sono le persone e le cose quotidiane.

Prova di balletto sulla scena, Degas

Mi incuriosisce Ritratto di donna con vaso di porcellana di Degas. Non mi piace granché, ma la consistenza degli oggetti è davvero strana perché la sento attraverso l’idea. Non so se riesco a farvi capire a parole ciò che mi ha turbata. Sto guardando il quadro, vedo le pennellate, vedo il colore sparso sulla tela che in apparenzami pare solo una macchia, ma mi rende chiarissima l’idea, o meglio il ricordo, di tali oggetti che così mi sembrano vivissimi e molto concreti.
Nessun’arte è meno spontanea della mia” Degas

 
Ritratto di donna con vaso di porcellana, Degas

Infine Gabriella con la rosa di Renoir. Bella, femminile, mediterranea. I capelli neri non la rendono eterea, ma estremamente terrena. Brillanti i colori e il punto luce della collana verde richiama lo sguardo dirigendolo verso la rosa sulla mano sinistra della donna, che a sua volta rimanda alle guance rosate e dunque al volto.

Gabriella con la rosa, Renoir

Esco così dal mondo di pace della Parigi ottocentesca che mi ha rilassato e decido di fare un salto velocissimo alla Galleria. Vengo immediatamente catapultata nella Firenze più guerriera e combattiva e un vortice di luce calda e abbagliante mi imprigiona. Già di mio non amo il sole e ci convivo felice solo quando mi permette di vedere dettagli altrimenti non visibili. Ma se copre le opere di una patina polverosa, se i riflessi occupano il posto dei quadri e mi acceca facendomi vedere a macchie per le prime due sale no, mi spiace, ma non lo accetto. Ho capito che oggi io e la luce non ci prendiamo a braccetto!

Per riprendermi e scrivere queste due righe mi siedo di fronte a Entrata di Carlo VIII a Firenze di Bezzuoli e mi fa sorridere vedere che in pochi istanti un piccolo gruppetto di persone, vedendomi scrivere davanti al quadro, si mette ad osservarlo incuriosito. Mi guarda, guarda l'opera, si avvicina per osservarla meglio (anche se è grande quanto una parete!), poi confabula, va via e a volte ritorna: non si sa mai che sia sfuggito qualche particolare. 


Entrata di Carlo VIII a Firenze, Bezzuoli

La Galleria è bellissima, ma la devo scorrere veloce. Vorrei soffermarmi continuamente a osservare, ma so che se lo faccio mi metto a scrivere un libro (e piuttosto cicciotto) ed oggi non posso: ho ancora un po’ di conti in sospeso con il 2013, vado a sistemarli.

Buon inizio 2014 a tutti!

Les Tuileries, Monet

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