lunedì 24 marzo 2014

Benvenuta Primavera!

Non ho ancora capito se quest’anno cadeva il 20 o il 21 marzo, mentre lo dicevano alla radio stavo risalendo sulla seggiovia di Passo del Lupo. Resta il fatto che ormai siamo in Primavera, fino a poco tempo fa la stagione che meno mi piaceva tra tutte, da poco riabilitata per una serie di fattori, ad esempio le giornate tiepide e senza pioggia che ti lasciano studiare in pace anche su una panchina al parco, e poi, anche se ancora non ho visto rondini, è già da una settimana che tornando a casa sento il profumo fresco e nuovo di sera quasi estiva (tranne il freddo improvviso che ieri è tornato). Sono stata qualche giorno in montagna e ho assaggiato il rifiorire della vita lassù, le primule gialle e lo zafferano selvatico violetto creano cromie spumeggianti, in sintonia con il cinguettio di capinere e tortore. I cieli sereni toccati da sfumature di cirri e ripuliti dal vento sembrano più azzurri e meno foschi dell’anno prima.



In quei giorni ho visto “The Tree of Life” dello statunitense Terrence Malick con Brad Pitt e Sean Penn, mi ha colpito, non so ancora se in bene o in male, ma mi ha lasciato con la voglia di riflettere e pensare proprio alla vita, alle ipocrisie dell’uomo, a quanto noi ci adoperiamo nel mondo e  quanto tutto ciò conta davvero nella ruota del destino, come direbbe Buddha. 


Un film eccentrico, lirico, poetico, soave ed anche crudo, scene sulla evoluzione darwiniana del mondo si mescolano a monologhi cattolici sulla via da scegliere tra lo stato di natura e quello di grazia per rendere onore a Dio e all’umanità. E poi una famiglia americana negli anni ’50, un sistema patriarcale in rotta per l’autodistruzione, un lutto, quindi il dolore e le domande esistenziali, una moderna trasposizione dell’epopea di Giobbe, scene oniriche, similitudini e figure poetiche visive, ed alla fine un senso di incertezza, o pace e serenità, dipende da quello in cui credi.


Ripensando al film già Klimt aveva dato la sua versione dell’Albero della Vita, con i rami che son puro pretesto decorativo, dove triangoli e cerchi imperfetti si equilibrano in un tripudio di oro e fiori, cifra distintiva della poetica dell’artista, ma che sono pure un inno alla vita nella sua continua rinascita, in armonia con l’uomo e tutti gli esseri viventi,  un ciclo inarrestabile e continuo.


Così mi sono trovata tra boschi che si risvegliano dal torpore invernale, con fiori sbocciati, luna piena e aria fresca, e mi son fermata a pensare che la Primavera è davvero sublime e profumata di placida gioia di vivere. Un po’ come “Le due madri” di Segantini, così composto, silenzioso e al tempo stesso potente, per la carica emotiva e la forza della vita nuova che si affaccia al mondo, sia naturale che umana.


Studiando arte contemporanea durante il mio ritiro montanaro mi son imbattuta in Picasso, nel suo “periodo blu” dà la sua interpretazione del ciclo della vita, ed è tutt’altro che etereo, ne La Vida infatti i toni azzurro perlacei e cobalto ci danno la sensazione che l’esistenza è una condanna, la seduzione e la passione sono smorzate dalla freddezza dei colori, la maternità è casta e morigerata, ieratica e per questo doverosa e non piacevole, e poi la vecchiezza, la morte ovvero il ritorno allo stato fetale e quindi embrionale.


La vita, la nascita, la morte, la primavera, ognuno ha una sua visione, scaturita naturalmente dalla propria esperienza e condizione esistenziale, ma si può dire quale sia quella esatta? Si può individuare come e quanto è lecito vivere?


Il mio parere è che ognuno debba impegnarsi per migliorare sé stesso, gli altri ed il mondo nel quale passeggia finché ne ha il tempo, il resto è inutile speculazione, e quindi mi sento di dire: viva la Primavera!


L'unico modo per essere felici è amare
se non ami la tua vita passerà in un lampo.
Fai del bene,
meravigliati,
spera!


1 commento:

  1. Non ho mai capito com'era che la primavera non ti piaceva... Adesso si ragiona! VIVA LA PRIMAVERA E VIVA LA VITA! :)

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