mercoledì 5 marzo 2014

La vida es un carnaval

Quale immagine poetica potevo selezionare per rappresentare al meglio il titolo di oggi se non questa?

Lotta tra Carnevale e Quaresima (Bruegel il Vecchio)

Personaggi curiosi riempiono questo spazio diviso tra Carnevale e Quaresima, dopo il divertimento l'astinenza e penitenza. Tra le parti che trovo più interessanti c’è l’angolo in basso sulla sinistra: una figura con un grande cappello bianco ne segue una vestita di rosa con un gran pancione, il mandolino e uno scolapasta sulla testa; affianco segue Carnevale con una candela una figura che porta per cappello un tavolino con pane e immagino delle lettere.

Colonna sonora di oggi:
 
Il carnevale è una festa allegra e spensierata, in cui attraverso le maschere si nasconde la propria quotidianità. Ma le maschere che fanno? Come si sentono? Non sono sempre felici, loro poverine prendono vita solo una volta all’anno se non si vanno a guardare i souvenir come a Napoli dove tante pulcinelle in tutte le forme vengono acquistate dai turisti. 

La maschera più triste nel nostro panorama è Pierrot, oggi riconosciuto per la lacrima nera sul viso. Ma anche in passato non era una figura allegra (per l'arte!). Nell’opera di Watteau intitolata Gilles quell’accenno di sorriso porta solo malinconia. Il dipinto è stato realizzato per il bar Au Caffè Comique, ricordando l’origine teatrale delle nostre maschere preferite. Ma di comico quest’immagine ha poco. Forse i lacci delle scarpe di raso rosa o quel musone sulla sinistra che sembra appena uscito da qualche fiaba. Ma in Pierrot nulla trasmette gioia. Forse ha dimenticato perché si è allegri a Carnevale?
Gilles (Watteau)

Invece la maschera più allegra e carnevalesca è Arlecchino, figura molto amata nell’arte. Rappresentato da Mirò, Watteau, Ferretti diventa persino personaggio dei fumetti nella versione femminile come alleata di Joker col nome Harley Quinn. Grazie a Franz Pourbus tale figura compare in questo mondo di pittura e colore, andando a testimoniare l’esistenza del primo vero secondo zanni: Tristano Martinelli
 Arlecchino e Colombina (Ferretti) e il carnevale di Arlecchino (Mirò)

Nonostante l’allegria Picasso sfrutta la maschera per il suo tratto malinconico e vi si nasconde per motivi sentimentali. L'artista ci ha saputo dimostrare la sua predilezione per quegli attori che davanti agli spettatori si esibiscono con sorrisi e comicità, ma dietro le tende la sensibilità ha un altro spessore. 
Arlecchino con lo specchio - At the Lapin Agile - Paulo vestito da Arlecchino (Picasso)

E' così che ci accingiamo a salutare il nostro mascherato carnevale, un inchino per gli applausi da commedia e si ricomincia. Che sia da dietro le quinte, dal palco, da davanti una tela o davanti ad un caffè non importa, basta che marzo abbia inizio.



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