venerdì 7 marzo 2014

"Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni"

Il titolo del mio articolo di oggi è una citazione presa in prestito da Pascoli, che, tuttavia, ha ben poco a che vedere con il tema del giorno: vorrei infatti spalancare un'altra piccola finestra sull'universo artistico giapponese, attraverso una delle immagini tra le più note presso il pubblico "occidentale".

La Grande Onda presso la Costa di Kanagawa

La Grande Onda presso la Costa di Kanagawa” (神奈川沖浪裏 - Kanagawa Oki Nami Ura) è un xilografia in stile ukiyo-e a colori (nishiki-e) famosa in tutto il mondo, facente parte della serie “Le trentasei vedute del Monte Fuji” (富嶽三十六景 - Fugaku Sanjūrokkei), realizzata tra il 1830 e il 1832 dall'artista Katsushika Hokusai

Uno dei fattori che l’ha resa tanto popolare in Occidente, facendola quasi assurgere a icona globale del Giappone, è probabilmente quell'elemento “tipicamente giapponese” rappresentato dalla forza dell’onda che investe e travolge le due barche in balia dei flutti, metafora della potenza della natura sull'uomo. Punto focale di tutta la scena è il monte sacro per eccellenza, il Fuji, che, silente sullo sfondo, sembra concedere la sua benedizione, seppur rimanendo immobile dinanzi al dramma che si sta consumando. La schiuma dell’onda ricorda un artiglio di drago, creatura associata non a caso all’acqua nella mitologia giapponese
In ottobre ho avuto la fortuna di potermi recare più volte al Museo di Arte Orientale di Venezia per ammirare una splendida seconda tiratura di quest’opera, concessa dal Museo Chiossone di Genova per essere esposta qui per la prima volta. I margini risultano scuriti da una colla ad amido che, invecchiando, ha increspato un po’ la carta; il colore applicato, un brillante blu di Prussia sfumato in tre differenti tonalità, fu importato dalla Germania nel 1820 ed usato per la prima volta da Hokusai stesso: poiché i colori vegetali, a cui prima si faceva ricorso, "scorrevano" sul foglio, lintroduzione dei colori chimici, dalla sfumatura più intensa e dalla resistenza cromatica più duratura, portò ad una rivoluzione espressiva di tutti gli artisti ukiyo-e. 
In questa seconda tiratura in particolare si può vedere chiaramente il riflesso della luce dell’alba nel cielo, che sembra replicare in negativo il profilo dell’onda: che si tratti proprio di questo momento della giornata si può dedurre dal fatto che le barche rappresentate sono quelle usate per trasportare il pesce fresco nei mercati delle città, azione che avveniva, appunto, la mattina presto. 
Svariate le interpretazioni che se ne sono date, di seguito ve ne citerò alcune: poichè l’oceano è una vasta e ignota dimensione che collega le terre da noi abitate con un altro mondo sconosciuto e irraggiungibile, secondo i recenti studi effettuati da Christine Guth, quest'opera potrebbe riflettere l'allora crescente timore di un' invasione straniera, da realizzarsi chiaramente via mare. Nelle onde si riscontra tuttavia un'ambivalenza: da sempre ritenute una solida barriera a difesa del paese, esse possono degenerare in tsunami e quindi essere a loro volta causa di pericolo e devastazione. A conferma di questa tesi, viene fatto notare come la scena sembri essere osservata da un qualche punto imprecisato della costa o da una qualche altra imbarcazione che si trova nei pressi: forse attraverso un telescopiostrumento occidentale – posto su un’invisibile nave straniera che scruta il Giappone e il suo elemento più sacro, il monte Fuji. Secondo altri pareri, vi si potrebbe leggere una metafora degli alti e bassi della vita, sballottata tra difficoltà ed eventi imprevisti. A me piace pensarla epurata di tutti questi accostamenti fin troppo forzati, che altro non fanno se non distogliere dalla semplice bellezza dell’opera, una celebrazione della maestosità della natura dinanzi alla quale l’uomo è tenuto a portare maggior rispetto e riverenza, fino a risolversi in una serena rassegnazione. 

"Pivieri sulle onde", Katsushika Hokusai - 1829

Nel 1831, alla sua prima tiratura, furono realizzati dai 5000 agli 8000 esemplari, testimonianza importante del successo che essa riscosse già in origine. L’onda di Hokusai ha un grande impatto sulle produzioni descrittive e figurative giapponesi del periodo successivo, e il motivo viene ripreso e rielaborato anche da artisti occidentali di ogni sorta.

I gorghi di Naruto nella provincia di Awa,
Utagawa Hiroshige - 1855

"I gorghi di Naruto nella provincia di Awa", di Hiroshigesi ispira probabilmente ad un’altra famosa onda di Hokusai – "Pivieri sulle onde dove gli uccelli, in un continuo andirivieni sopra i gorghi, sembrano non risentire della potenza del mare. 

L'onda, Henri-Gustave Jossot -1891
(litografia)

L'onda ispira anche il compositore e pianista francese Claude Debussy, che la riprende come illustrazione della sovracopertina dello spartito di "La Mer".

"La Mer", 1905

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