lunedì 21 aprile 2014

Fuga dalla città vol.1

Oggi vi racconterò la prima parte della mia avventura di un paio di giorni nelle terre perugine. Lunedì mattina, con tutta la calma del mondo, io ed il mio ragazzo siamo partiti per stare un po’ immersi tra arte e verde, dopo aver affrontato anche l’ultimo esame universitario.



La prima sosta la facciamo a Pienza, l'antico borgo di Corsignano, a circa 50 km da Siena, un delizioso paesino reso grande e magnifico da Enea Silvio Piccolomini, Papa Pio II, che nel 1459 decise di ristrutturarlo e fare dell'antica casa natia un luogo importante per l'arte e la religione. L'architetto designato dal papa, sotto suggerimento di Leon battista Alberti, per seguire l'ambizioso progetto fu Bernardo Rossellino. In pochi anni l'antico assetto medievale era stato rivoluzionato dagli interventi che seguivano i più moderni dettami architettonici, secondo i trattati dell'Alberti: avevamo dunque una lunga via più ampia lungo tutto il paese, la piazza principale si apriva in tangenza al corso ed era trapezoidale, la base maggiore lungo la facciata della Chiesa per aumentare l’effetto scenografico, costruendo così rapporti tra pieni e vuoti.
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Guardando la cattedrale (una hallenkirche pretesa dal pontefice ma che in facciata rivela le più moderne idee di tempio del cattolicesimo con elementi in travertino tratti da Vitruvio e Alberti) si ammira a sinistra il Palazzo Vescovile, a destra la residenza Piccolomini, sull'altro lato della strada vi è il palazzo del Pretorio. Senza dilungarmi ancora troppo nella descrizione accademica della sistemazione urbanistica va comunque ricordato che in pochi anni l'esperienza si esaurì a causa della morte del pontefice, i lavori si arrestarono e la città del Rinascimento rimase incompiuta.

Da vedere sicuramente per il luogo suggestivo ed il panorama mozzafiato della Val d'Orcia, per il profumo di pecorino che sprigionano le molte botteghe del paese e per la sua storia artistica, un gioiello toscano imperdibile.

link diritti della foto

Dopo pranzo abbiamo lasciato Pienza e ci siamo diretti alla nostra base, avevamo preso una casettina nel Colleverde Country House (link) vicino Corciano, a 20 minuti da Perugia, un agriturismo che nella stagione di punta doveva essere pieno di vita, con campi da calcio, tennis, basket, piscina ed un grande maneggio, ma che adesso sembrava piuttosto un set da film horror, tanto più che il tempo andava peggiorando e nuvoloni neri si avvicinavano. Nel tardo pomeriggio ci siamo avviati verso Perugia con l'intenzione di girellare un po' e fare un aperitivo. Dopo aver parcheggiato l’auto i miei occhi di lince avevano già avvistato la prima mostra, Sandro Chia alla galleria t.a.c. arte contemporanea (link), in realtà chiusa da un paio di giorni ma visitabile grazie alla disponibilità del curatore che ci ha invitato dentro e ci ha fatto strada per le varie sale.

Sandro Chia, s.t. oli su tela 90x70 
Importante per la corrente della Transavanguardia italiana degli anni '80, Chia viene spesso accusato di non saper disegnare, ma che colori ragazzi! Che accostamenti e sinestesie cromatiche! Se Mimmo Paladino é in assoluto il protagonista indiscusso, dietro a ruota troviamo sicuramente Chia. Personalmente mi ha colpito in positivo la mostra, mi sono piaciuti i grandi dipinti ad olio, le cornici di legno grezzo e sciupato, povero e queste figure immerse nel colore, è un artisti che dovrò approfondire in un futuro.

Il nostro girovagare ci ha portato successivamente nei vicoli inerpicanti della città, quando ormai il sole stava tramontando, tra studenti e business-man che facevano su e giù per quelle vie tortuose, il tempo stava peggiorando ed iniziava a fare freddo, alla fine ci siamo decisi ad entrare in un locale per l'aperitivo, scelto seguendo i consigli della grande rete. Il Caffé Morlacchi, (link) luogo singolare, con mostre di arte e musica selezionata dal DJ, bevute a 5 euro e cibo a volontà, un ambiente accogliente e confortevole, per nulla banale e molto cordiale.

Veduta panoramica della principale piazza di Perugia

Siamo rimasti per un paio di drink e per spilluzzicare del cibo, poi, stanchi ma felici per le meraviglie viste in giornata, siamo tornati verso la base per dormire, non prima però di aver buttato fuori pelosi ragni giganti appostati in attesa di morderci nella notte. 

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